lunedì 27 luglio 2015

E POI MATTEO INVENTO’ L’ITALICUM CORRETTO AL “PARMELLUM” PER FAR FUORI BERLUSCONI


   Assetato di vittorie elettorali dopo l'ubriacatura delle elezioni europee che tutto il mondo sa, comprese le ultime repubbliche delle banane, che è riuscito a vincere col 40 per cento dei voti comprando 10 milioni di elettori con la fantastica "trovata" dei famosi 80 euro, il nuovo fenomeno (da baraccone) della politica italiana Matteo Renzi, entrò in conclave al Nazareno con il piduista Berlusconi (suo padre putativo) e dalla loro congiunzione nacque  l'Italicum, la nuova legge elettorale studiata ad hoc per far fuori Beppe Grillo che in quel momento il ducetto fiorentino riteneva l'avversario più pericoloso per la (sua) democrazia.
Una legge elettorale che, mantenendo tutte le porcate del "porcellum", dichiarato fuori legge dalla Corte Costituzionale, permetteva ancora ai capi partito di nominare i deputati di questa repubblica bananifica da quinto mondo, introducendo però il doppio turno di coalizione per decidere chi doveva governare. Inutile dire che lo spauracchio dei grillini, risultato il primo partito italiano col 25 per cento alle ultime elezioni politiche ("quasi vinte" da Bersani), veniva esorcizzato perché ad un ipotetico ballottaggio sarebbero andati il cosiddetto centro destra (dai neo fascisti di Casa Pound ai berlusconiani, compresi i neo entrati e i fuoriusciti, con epicentro nella Lega dell'astro nascente Salvini) e il sedicente centro sinistra unificato nel Pd prenditutto di Renzi.
Come sapete, cari lettori, in questo Stato truffaldino, governato da nominati corrotti che non trovano i soldi per pagare le pensioni da fame ma che li trovano, eccome, per darsi stipendi da nababbi, privilegi da signorotti medievali   e per comprare  bombardieri che non si sa chi dovrebbero andare a bombardare o per costruire inutili gallerie sotto le Alpi, ogni politicante che riesce a prendere il potere la prima cosa che lo preoccupa è quella di escogitare una legge elettorale a sua immagine e somiglianza che possa assicurargli per l'eternità quella poltrona sulla quale è riuscito a mettere il deretano.
Ebbene sono talmente stupidi, questi nostri politicanti che della furbizia fanno la principale arma del potere, che finora si sono sempre fatti delle leggi elettorali, dal mattarellum al porcellum, che poi sono risultate vincenti sì, ma per gli avversari.
Il problema, però, è che il giochino ora si è complicato per il fatto che non vi sono più solo due coalizioni a fronteggiarsi, le sedicenti destrorsa e sinistrorsa. Due facce comunque della stessa medaglia  fittiziamente contrapposte ed artatamente alimentate dai mezzi di disnformazione di massa (anch'essi parte integrante del medesimo sistema di acquisizione del consenso elettorale) per dare continuità a quella contrapposizione politica che piace tanto agli italici ma che non ha più alcun senso in un mondo globalizzato dominato dai burattinai dell'economia e dalla finanza, dove i politici sono relegati al ruolo di burattini ies man ai quali i primi (i burattinai) concedono solo l'ebbrezza di ingrassare coi soldi pubblici.
Ora, però, con quel 25 per cento conquistato da Beppe Grillo alle ultime elezioni senza aver comprato un solo voto con il denaro dei cittadini, le cose si sono tremendamente complicate sia per i burattinai, sia per i burattini. E questo perché se era difficile prima  ritagliarsi addosso una legge elettorale in un sistema bipolare, ora è diventato praticamente impossibile in questo sistema tripolare.
E questo ancora di più perché il terzo polo, quello grillino, è fuori dal sistema. Vuole distruggere  - e lo proclama apertamente - quel sistema creato nel dopoguerra sulle ceneri del fascismo e degenereato con gli anni in questa repubblica bananifica dei mangia mangia, dove la cosa pubblica è diventata terreno di conquista di corrotti, corruttori, mafiosi, e associazioni massoniche o pseudo religiose come Comunione e Liberazione che dietro il paravento evangelico mietono affari sulla pelle della povera gente e degli ultimi della terra.  
Il problema per Renzi - politico creato dal nulla e messo lì a governare dai poteri forti proprio per cercare di eliminare il terzo polo anti sistema di Beppe Grillo (così come Berlusconi fu creato dal nulla, al medesimo scopo di eliminare o, quanto meno, assorbire il pericolo anti sistema allora impersonato dalla Lega di Umberto Bossi) - è quello di estirpare la presenza dei grillini che stanno invadendo i consessi istituzionali seminando il germe nefasto della restituzione dei soldi ai cittadini. Un messaggio rivoluzionario e a breve termine dirompente, elettoralmente disastroso per chi spregiudicatamente usa i soldi dei cittadini anche per comprare il consenso elettorale.
In questo penoso quadro politico e istituzionale non ho compreso, cari lettori, l'ultima mossa strategica del ducetto nascente Matteo Renzi. Non ho capito quando ha detto "stai sereno Silvio" e poi lo ha inchiappettato col sistema Letta, apportando alla nuova legge elettorale quella modifica che taglia fuori la sua coalizione da un ipotetico ballottaggio, aprendolo alle singole liste, cioè al Movimento 5 Stelle di Grillo che del rifiuto delle alleanze ha sempre fatto un proprio cavallo di battaglia.
Una modifica che ha suscitato l'ira di Berlusconi e fatto saltare il "patto del Nazareno" (nessuno può credere alla favola che il motivo della rottura di quella nefasta alleanza sia stato l'elezione di Mattarella alla presidenza della Repubblica) perché ovviamente sarà impossibile per il polo destrorso mettere insieme un listone con alla testa l'astro nascente Salvini che possa competere con il Pd  anche nella Italia meridionale.
Via libera, dunque al ballottaggio del Pd contro Grillo con questo Italicum corretto al Parmellum, cioè esattamente con quel sistema che ha catapultato i grillini di Parma a vincere le elezioni comunali tre anni fa fra lu stupore generale.  23.06.15          

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